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Family Coaching Project: 2. Linguaggio e Comunicazione nell’autismo

by Umbrella

Il Family Coaching Project dell’Associazione Umbrella Onlus è un percorso dedicato a tutte le persone che circondano i bambini con autismo: genitori, nonni, zii, educatori, allenatori e baby sitter. L’obiettivo è creare una vera e propria comunità educante, capace di rispondere ai bisogni dei bambini con strumenti pratici, esperienze condivise e un solido sostegno reciproco.

In un’atmosfera conviviale e aperta, gli incontri affrontano temi specifici grazie al supporto di esperti, offrendo strategie concrete per migliorare la qualità della vita familiare e favorire lo sviluppo dei bambini.

Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, il progetto è finalmente ripartito. Recentemente, la dott.ssa Kristin Strauss ha guidato un incontro molto apprezzato dedicato a un tema fondamentale: Comunicazione e linguaggio nei bambini con autismo.


Comunicazione e linguaggio: capire le differenze

La dott.ssa Kristin Strauss ha iniziato l’incontro chiarendo tre concetti fondamentali, spesso confusi tra loro: parlato, linguaggio e comunicazione.

  • Il parlato è il modo in cui pronunciamo le parole: la chiarezza dei suoni e l’intonazione.
  • Il linguaggio riguarda il significato di ciò che diciamo: l’organizzazione di parole e frasi per esprimere pensieri ed emozioni.
  • La comunicazione è un processo più ampio, che comprende anche gesti, sguardi, espressioni facciali e movimenti del corpo.

Questa distinzione è fondamentale per affrontare le difficoltà nei bambini con autismo, in cui la comunicazione non verbale può essere altrettanto importante – se non più importante – di quella verbale.


Le difficoltà linguistiche nell’autismo

I bambini con disturbo dello spettro autistico spesso sviluppano il linguaggio in modo atipico rispetto ai coetanei. Alcuni iniziano a parlare più tardi, usano parole ripetitive (ad esempio, l’ecolalia, ovvero la ripetizione di parole o frasi sentite) o faticano a comprendere il significato delle parole in contesti diversi.

Ma questo non significa che non possano comunicare: il percorso è semplicemente diverso e richiede strategie personalizzate.

La dott.ssa Strauss ha spiegato come il linguaggio nei bambini con autismo possa progredire in modo non lineare. Spesso si parte da una fase di imitazione rigida – in cui il bambino ripete ciò che sente senza comprenderne pienamente il significato – per arrivare a una fase di generalizzazione, in cui il bambino impara a usare parole e frasi in contesti diversi.

Questo processo richiede tempo, pazienza e strumenti adeguati. Ad esempio, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) può essere di grande aiuto per i bambini che faticano a esprimersi verbalmente. Utilizzando immagini, simboli o dispositivi elettronici, i bambini possono imparare a fare richieste semplici come “Voglio acqua” o “Andiamo fuori”.

Contrariamente a quanto si pensa, l’uso della CAA non ostacola lo sviluppo del linguaggio verbale, ma lo favorisce, creando una base sicura su cui il bambino può costruire nuove competenze.


Un piccolo esercizio pratico: l’attenzione congiunta

Un elemento chiave nello sviluppo del linguaggio è l’attenzione congiunta. Si tratta della capacità di un bambino di concentrarsi su un oggetto o un’attività insieme a un’altra persona.

Ad esempio, se un genitore indica un giocattolo e dice “Guarda, una macchina rossa!”, il bambino dovrebbe seguire lo sguardo, osservare la macchina e magari tentare di ripetere la parola “macchina”.

Ecco un semplice esercizio da provare a casa:

  1. Siediti di fronte al tuo bambino con alcuni oggetti preferiti (ad esempio, giocattoli).
  2. Prendi un oggetto e descrivilo chiaramente: “Questo è un treno giallo!”.
  3. Se il bambino non risponde, ripeti la parola con entusiasmo e indica l’oggetto.
  4. Lodalo per ogni tentativo di imitazione, anche se imperfetto: “Bravo! Hai detto ‘treno’!”.

Questo esercizio aiuta a sviluppare l’attenzione congiunta, stimolare l’imitazione e arricchire il vocabolario del bambino.


Collaborazione tra logopedia e ABA

Un tema particolarmente importante toccato durante l’incontro è stato quello della collaborazione tra logopedia e ABA (Applied Behavior Analysis).

Questi due approcci, se combinati, possono offrire un supporto efficace ai bambini con autismo. La logopedia si concentra sulla produzione dei suoni e sulla struttura del linguaggio, mentre l’ABA aiuta il bambino a utilizzare le parole in modo funzionale, ad esempio per fare richieste o rispondere agli stimoli sociali.

La dott.ssa Kristin Strauss ha sottolineato l’importanza di personalizzare ogni intervento in base alle necessità del singolo bambino, coinvolgendo attivamente la famiglia in questo percorso.


Prossimo incontro: la Selettività alimentare nell’autismo

Non perdete il prossimo appuntamento del Family Coaching Project! Parleremo di “Selettività alimentare nei bambini con autismo”, un tema che preoccupa molte famiglie: esploreremo strategie pratiche per affrontare le difficoltà legate all’alimentazione e migliorare il benessere dei bambini.

Vi aspettiamo numerosi per continuare insieme questo percorso di crescita e condivisione!

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